Olio su tela, 1600-1601. Bildergalerie, Potsdam. Immagine in alta risoluzione disponibile su Wikimedia Commons.
Giovanni 20:24-29
24 Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore». Ma egli disse loro: «Se io non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi e la mia mano nel suo costato, io non crederò». 26 Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte serrate, si presentò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qua il dito e guarda le mie mani; stendi anche la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente». 28 Allora Tommaso rispose e gli disse: «Signor mio e Dio mio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto».
Al di là della straordinaria bellezza dell’opera, l’ho scelta per via di una lettura personale, che il quadro, forse, rende anche meglio del testo biblico.
L’immagine di Caravaggio è straordinariamente materiale. Il gesto di San Tommaso è di mettere il dito nella piaga, la carne di Gesù, che dovrebbe essere morto. Eppure è lì, fisicamente; non è uno spettro, né un illusione: ma viva carne.
Ed è in questa maniera, tramite la carne del Cristo, poiché ha toccato questa carne con mano e lo ha conosciuto come vivo, umano e materiale, che Tommaso riconosce che Gesù è molto più di tutto ciò: Signore mio, e Dio mio! – esclama.
In quest’opera vi è tutta la potenza del mistero dell’incarnazione. Di un Dio che si fa carne, carne vulerabile, carne umana e viva, ed in questo atto meraviglioso, rivela a tutti noi la profonda verità della sua Divinità.
Così questo quadro è per me il più indicato ad affiancarsi al titolo del mio blog, Verbum Caro, e prima ancora che l’episodio di Tommaso in sé, mi porta alla mente il prologo di Giovanni.
E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità […] Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere.
Giovanni 1:14,18
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